Farmaco generico o farmaco equivalente, quali differenze?

Farmaco generico o farmaco equivalente, quali differenze?

Venerdì, 8 Giugno 2018 - 12:20pm

A seguito del nostro sondaggio: Tu cosa scegli, farmaco di MARCA o EQUIVALENTE? abbiamo ricavato che il 55% delle persone è propenso a scegliere il farmaco EQUIVALENTE contro il 45% per quello di MARCA.

Ma si dice farmaco generico o farmaco equivalente?

Non tutti sanno che oltre il 95% dei medicinali su ricetta medica venduti in farmacia non sono più coperti da brevetto o non lo hanno mai avuto. La medicina specialistica offre grandi opportunità per curare e migliorare le aspettative di vita di molti pazienti affetti da patologie importanti, ma la maggior parte della medicina primaria si basa su molecole efficaci e sicure, disponibili da molti anni, attraverso i farmaci originali, il cui brevetto è scaduto, e i farmaci generici equivalenti, caratterizzati da un prezzo più conveniente rispetto ai primi.

Con generico equivalente si intende un farmaco che, rispetto al medicinale di riferimento “di marca” a brevetto scaduto ha la stessa quantità di principio attivo, forma farmaceutica, via di somministrazione, nonché le stesse indicazioni terapeutiche. Deve inoltre dimostrare di essere “bioequivalente”, cioè di avere un comportamento terapeutico perfettamente sovrapponibile a quello del medicinale di riferimento. In breve: stessa qualità, stessa sicurezza e stessa efficacia.

Ma si dice farmaco generico o farmaco equivalente? In realtà con generico e equivalente si intende la stessa cosa. La parola generico è la traduzione italiana dell’inglese “generic name”, termine con cui i popoli di derivazione anglosassone chiamano i farmaci-copia dei medicinali di marca non più protetti da brevetto. In Italia si è preferito definire questi medicinali “equivalenti”, con esplicito riferimento al concetto di bioequivalenza, una condizione in assenza della quale questi farmaci non possono ottenere l’autorizzazione all’immissione in commercio.

Qualche numero “equivalente”

Nelle farmacie italiane, negli ultimi dodici mesi (anno mobile terminante a Luglio 2016) sono state trattate più di 375 milioni di confezioni di farmaci equivalenti a prescrizione obbligatoria, il 24% del totale a volumi, per un valore complessivo di 2,2 miliardi di Euro (valore prezzo al pubblico).

L’area terapeutica che genera più fatturato nel mercato equivalente è quella degli antiulcera con circa 430 milioni di mercato totale, ben quattro molecole appartenenti a questa classe rientrano nelle top 10 a valori (lansoprazolo, in prima posizione, pantoprazolo, omeprazolo e esomeprazolo).

I principi attivi per i quali è in commercio un farmaco equivalente sono 328 (a luglio 2016), ma i primi dieci pesano il 35% del fatturato totale. Mentre i farmaci equivalenti che hanno venduto almeno una confezione in farmacia sono quasi 2.000, dall’inizio dell’anno.

Dal punto di vista dei produttori, considerando solo il segmento specifico degli equivalenti in farmacia, il mercato è molto concentrato poiché è stato protagonista di importanti acquisizioni. L’85% del totale, infatti, è generato dalle prime 5 aziende, le top 10 arrivano a coprire il 95%, mentre nel restante 5% si contano circa 80 altre piccole aziende.

L’utilizzo dei farmaci generici equivalenti è importante per tutti i sistemi sanitari, alle prese con popolazioni che invecchiano rapidamente ed hanno sempre più bisogno di cure, al fine di liberare risorse economiche importanti per sostenere l’innovazione grazie a cui sarà possibile trattare malattie per cui oggi non esiste cura o migliorare la qualità della vita.

 

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