Un nuovo strumento di diagnosi di diabete: l’emoglobina glicata.

Un nuovo strumento di diagnosi di diabete: l’emoglobina glicata.

Mercoledì, 14 Novembre 2018 - 6:15pm
L’emoglobina, una particolare proteina presente sulla superficie dei globuli rossi, determina la capacità di trasportare il sangue agli organi e ai tessuti.
Il glucosio, presente nel sangue ad alte concentrazioni in caso di diabete, può legarsi all’emoglobina, formando appunto l’emoglobina glicata (HbA1c).
È una nuova proteina, più ingombrante e meno agile, che non è in grado di trasportare l’ossigeno con la stessa efficacia dell’emoglobina. Ciò causa una minore ossigenazione dei vari organi e tessuti.
Il test dell’emoglobina glicata rappresenta uno strumento ideale per monitorare il controllo glicemico del paziente affetto da diabete mellito e permette di conoscere la quantità di glucosio che è stata presente nel sangue nei due-tre mesi precedenti il test.
 
Una valida indicazione della glicemia media:
 
Oltre il 90% dell’emoglobina presente nei globuli rossi è rappresentata dall’emoglobina A (HbA), che è formata da due catene di amminoacidi: alfa e beta. Il glucosio presente nel sangue è in grado di legarsi in modo irreversibile a una parte della catena beta (glicazione) andando a formare l’emoglobina glicata o glicosilata (HbA1c), una molecola che fornisce una valida indicazione della quantità di glucosio presente nel sangue negli ultimi mesi e che, quindi, costituisce un valido test per la diagnosi e il monitoraggio del diabete. Dato che il legame tra glucosio e emoglobina A risulta irreversibile, l’emoglobina glicata (HbA1c) tende a rimanere in circolo per tutta la durata di vita del globulo rosso, pari a circa 90-120 giorni. Per questo motivo, attraverso il test di valutazione della quantità di emoglobina glicata sull’emoglobina totale è possibile valutare la quantità media di glucosio presente nel sangue nei 2-3 mesi precedenti, permettendo di valutare l’eventuale presenza o l’andamento medio della malattia diabetica, senza alcuna possibilità di identificare i picchi di iperglicemia o ipoglicemia.
 
Un nuovo strumento di diagnosi di diabete:
 
In precedenza usato come strumento di monitoraggio della glicemia da associare all’autocontrollo, il test dell’emoglobina glicata (HbA1c) è attualmente entrato a far parte dei criteri diagnostici del diabete mellito, affiancandosi ai criteri tradizionali.
In base ai nuovi standard, i dosaggi di HbA1c ≥ 6,5% identificano una condizione di diabete, mentre i valori di HbA1c, compresi tra 5,4% e 6,5%, determinano una situazione di “pre-diabete”.
Secondo le raccomandazioni italiane, inoltre, il controllo dell’emoglobina glicata deve affiancare periodicamente l’autocontrollo glicemico e il dosaggio dell’HbA1c deve essere compiuto:
almeno due volte l’anno in tutti i pazienti diabetici quando il controllo glicemico è stabilmente nell’obiettivo terapeutico. 
una volta ogni 3 mesi, nel caso in cui è stata modificata la terapia ipoglicemizzante o la glicemia non risulta stabile nel tempo.
 
Negli ultimi anni è stata introdotta una nuova unità di misura dei livelli di emoglobina glicata (mmol/mol), che ha sostituito i valori percentuali non allineati con il sistema internazionale delle unità di misura (SI) e poco adatti a identificare le variazioni minime. Ecco la tabella per la correlazione tra i valori dell’HbA1c in unità derivate % e in unità mmol/mol:
 

Hba1c espressi in % (metodo vecchio)

Hba1c espressi in mmol/mol (metodo nuovo)

4

20

5

31

6

42

7

53

8

64

9

75

10

86

I limiti del dosaggio HbA1c:

Se eseguito secondo gli standard internazionali, il dosaggio dell’emoglobina glicata è molto attendibile e rappresenta un’arma utile per la diagnosi e il controllo della malattia diabetica, tuttavia esso presenta alcuni limiti. Come detto, infatti, l’emoglobina glicata fornisce un quadro indicativo del valore glicemico medio dell’ultimo periodo, pertanto non fornisce alcuna indicazione sugli episodi di ipoglicemia e iperglicemia, che devono comunque essere valutati con opportuni programmi di autocontrollo della glicemia effettuati con metodi standard.

Inoltre, alcune condizioni cliniche che determinano una riduzione o un aumento del turnover dei globuli rossi – come emorragie, emolisi, anemie, trasfusioni – possono alterare i risultati dell’esame e portare a valori ridotti o elevati di emoglobina glicata pur in assenza o presenza di diabete. In questi casi, il controllo glicemico deve essere sempre effettuato affiancando ai test dell’emoglobina glicata l’automonitoraggio standard.

 

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